La mastopessi è uno degli interventi che consente di migliorare la condizione estetica delle mammelle, correggendo l’inestetismo definito come ptosi mammaria, ovvero la perdita di tono delle mammelle che presentano un eccesso di cute rispetto al loro volume con eccessiva distanza tra il capezzolo e la base del collo. La ptosi può ritrovarsi associata ad ipotrofia e in quel caso l'intervento prevederà anche l'impianto di una protesi.
La ptosi compare soprattutto in seguito ad importanti oscillazioni di volume e peso della ghiandola mammaria. È bene quindi valutare se la paziente vorrà a breve termine intraprendere una gravidanza o un importante dimagrimento, perché tali condizioni potrebbero comportare una recidiva della ptosi.
L'intervento viene generalmente praticato su entrambi i lati, tranne in rari casi di importante asimmetria in cui in una delle due mammelle si può o non ricorrere ad alcun intervento correttivo o ricorrere ad altri interventi (mastoplastica additiva, mastoplastica riduttiva).
L'anestesia è preferibilmente di tipo generale, e il regime di degenza può essere di tipo “day-ospital” o prevedere la permanenza in clinica di una notte.
Il decorso, che può andare dai 15 ai 30 giorni, prevede di avere dei drenaggi collegati a contenitori in aspirazione che verranno rimossi dopo un paio di giorni, di portare un reggiseno contenitivo di tipo sportivo ed eventualmente anche una fascia elasto-compressiva, di evitare di sollevare pesi importanti e di non guidare l'auto per almeno 7 giorni. Dovrà essere assunto antibiotico per bocca per 5-6 giorni.
I normali esiti temporanei prevedono ecchimosi (lividi) ed edema (gonfiore) nella zona mammaria. Può essere presente dolore e/o senso di tensione mammario, ben controllabili coi comuni analgesici.
Possibili complicanze sono quelle che possono complicare un qualsiasi intervento chirurgico, e cioè l'ematoma e/o l'infezione, che cerchiamo di prevenire mediante le manovre intraoperatorie (emostasi, sterilità) e postoperatorie (medicazione compressiva applicata subito dopo l'intervento, antibiotici). Un rischio raro ma possibile è una devitalizzazione più o meno importante a livello dell'areola, che può perdere sensibilità o anche di afflusso sanguigno e guarire con difficoltà. Nel caso in cui si sia anche collocato materiale protesico, ad esso l'organismo reagisce formandovi attorno una capsula periprotesica. Tale capsula, che si forma in tutte le pazienti, può in alcuni casi ispessirsi molto e contrarsi, fino a dare dolore e/o spostare la protesi. Dopo l'intervento vengono attuate misure preventive (massaggi precoci, farmaci per bocca), ma se l'eventualità dovesse presentarsi in forma grave l'unica terapia possibile è il reintervento.
Gli esiti definitivi prevedono la permanenza di una cicatrice, come in ogni atto chirurgico in cui il derma viene completamente interrotto e poi suturato. Tale cicatrice è collocata lungo tutto il margine dell'areola, e in più a seconda dei casi può essere presente anche una cicatrice verticale che si porta dal margine inferiore dell'areola fino al solco sottomammario ed anche una cicatrice orizzontale nel solco sottomammario stesso.
Il risultato definitivo e generalmente soddisfacente lo si può apprezzare dopo 1-2 mesi; c'è da dire che, come in tutti gli interventi di estetica, possono residuare esiti estetici non ottimali o comunque non del tutto soddisfacenti le aspettative del paziente. Nel caso, si valuterà un eventuale intervento correttivo, solitamente di minore entità rispetto al primo.